Quando abbiamo presentato questo progetto, vi abbiamo anticipato che sarebbe stato anche vetrina per altri brand coerenti per stile e qualità con i prodotti The Cooltural Project. Sin dal principio abbiamo iniziato selezionando realtà manifatturiere e progetti che ci permettessero e di arricchire di contenuti il nostro blog e di creare un network all’interno del quale supportare o essere supportati in iniziative o esigenze specifiche. Dovevamo quindi iniziare da qualcuno, ed abbiamo deciso di farlo partendo da un brand specializzato nella produzione di cravatte: Quartieri Milano.
Partiamo citando il suo giovane fondatore, Fabio Sbranchella che ama definire le sue cravatte “un’omaggio all’eleganza sobria e raffinata che strizza l’occhio alla classicità meneghina”. Il progetto, infatti, nasce proprio nella capitale italiana della moda, che poi è anche la città di Fabio, con l’obiettivo ben preciso di proporre cravatte di qualità, sobrie e raffinate… insomma “easy” nell’ accezione più ampia del termine, contribuendo a ridare lustro e contemporaneità a quello che è uno degli accessori più belli contemplati all’interno dell’universo dell’eleganza maschile.
Il Brand:Quando abbiamo conosciuto Fabio, aldilà degli stimoli professionali che ci siamo reciprocamente scambiati, la cosa più bella è stata ascoltarlo parlare del suo progetto. Abbiamo subito capito che il nome, il logo ed il prodotto sono un perfetto mix di una tradizione familiare recuperata e di una milanesità per nulla nascosta. Ricerca ed attenzione al dettaglio fanno il resto. Tutto questo rappresenta il comune denominatore e il punto di partenza di ogni cravatta Quartieri. Il brand trae linfa ed ispirazione da Milano, i richiami alla città sono costanti, Fabio stesso non nasconde la volontà di celebrare le maestranze di un tempo del capoluogo lombardo di cui sua nonna Antonietta Quartieri faceva parte. Proprio in Porta Romana, a due passi dal Duomo la signora Antonietta negli anni ‘30 iniziò a lavorare come apprendista in diverse sartorie milanesi, diventando col tempo camiciaia e maestra nel confezionamento delle cravatte. Fabio ha voluto prendere nuovamente in mano questa tradizione, consolidando la sua conoscenza e passione per il prodotto, che hanno avuto poi manifestazione nella creazione di questo brand.
La collezione: Per quanto riguarda le collezioni la scelta di Quartieri è stata quella di abbinare ad ognuna di esse un mood a cui segue un preciso e puntuale lavoro fotografico:
“non ci sono collezioni dettate dalle stagioni, ma solo collezioni legate a momenti”
La base di partenza di ogni collezione è quella di ricercare negli archivi storici pattern classici e rivisitarli nelle forme e nei colori, per rendere ogni singolo modello più attuale e, soprattutto, estremamente versatile nel suo utilizzo, spaziando dal classico formale ad un uso più casual. Le abbiamo toccate, ce le siamo provate, e ci siamo divertiti con Fabio a fare tutte le tipologie di nodi che conoscevamo…lui ne conosce molti più di noi! Quello che possiamo dire è che ogni cravatta a prescindere dalla collezione risulta estremamente versatile negli abbinamenti, e questo permette di eliminare talvolta il problema della “scelta corretta” che molto spesso affligge i più “distratti”. In questo senso la cravatta più rappresentativa si chiama Hangover (foto) e viene descritta così: “Questa cravatta è nata per quelle situazioni in cui vestirsi è complicato e creare un outfit quasi impossibile. Si abbina con tutto ma sfortunatamente non si annoda da sola…”. Ci siamo resi conto che dietro la realizzazione di ognuna di queste cravatte ci siano anni di ricerche prima strutturali e poi stilistiche, finalizzate a creare una cravatta leggera, comoda e piacevole al tatto ma che contemporaneamente abbia una struttura capace di garantire la resistenza del nodo per l’intera giornata. Insomma, qui al caso non è stato lasciato proprio nulla e forse questa alla fine è stata la cosa che ci è piaciuta di più di questa realtà. Ah dimenticavo, per i più esigenti è possibile richiedere una cravatta su misura, eventualmente sfoderata e/o 7 pieghe.
“Ritrovare il piacere di annodare una cravatta, partendo dai tessuti.”
Stile e materiali:Le scelte stilistiche sono state fatte mantenendo coerenza con lo stile milanese, quindi una classica tre pieghe foderata (non essendo la tradizione sfoderata quella tipica meneghina). Per ottenere questa struttura sono state fatte due scelte, una legata alla seta esterna e l’altra alle fodere interne. La seta, salvo alcuni modelli, è un twill 17 mommes (unità tradizionalmente utilizzata per misurare la qualità di tessuti di seta. Un momme = 4,340 grammi per metro quadrato) stampato presso realtà italiane, ricercate e in grado di combinare un livello qualitativo elevatissimo con una grande attenzione all’eco-sostenibilità. Ogni cravatta ha una fodera dell’iconico blu che caratterizza il brand, del peso di 14 mommes, anche questo studiato per dare alla cravatta una forma sempre corretta senza appesantirla. In base alle sete usate, ogni cravatta Quartieri ha il travetto cucito e ripassato a mano con il caratteristico filo color zafferano posto a 20 centimetri dalla punta della pala. Immancabile il “Filo di frizione”, segno di lavorazione artigianale. All’interno Quartieri opta per due diverse anime, una di cotone garzato e l’altra di lana di medio peso: queste assieme garantiscono una perfetta coesione con la seta esterna, senza l’uso di alcun tipo di adesivo o colla chimica.
Insomma, Fabio è un appassionato e ha fatto appassionare anche noi che lo abbiamo ascoltato raccontarci la sua storia. Avrebbe potuto parlarci di cravatte per ore con dei tecnicismi che sinceramente non avremmo mai pensato potessero appartenere a questo accessorio. Sobrietà e raffinatezza l’abbiamo trovata oltre che nelle cravatte anche nella pagina Instagram e nel sito web che vi invitiamo a consultare anche solo per la curiosità di scoprire qualcosa in più su questo brand. Concludiamo dicendo che secondo noi Quartieri Milano rappresenta una più che valida alternativa a quelli che sono i mostri sacri della cravatta Made in Italy e ci auguriamo di aver contribuito, con queste poche righe, a dargli un pizzico di visibilità in più.
In bocca al lupo Fabio!
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