Signori e signori sua maestà Omega Speedmaster Professional Moonwatch!
Non ci piace chiamarlo orologio, è più azzeccato chiamarlo “segnatempo”. Chi lo acquista fa una scelta precisa.
Quì non si parla di essere cool o alla moda, qui si parla di eccellenza.
Per darvi un’idea di che cosa stiamo parlando è giusto ricordare che è proprio alla maison di Biel che dobbiamo la scoperta dell’orologeria moderna all’ alba del lontano 1894 con il primo orologio in serie a cui deve il nome: Omega 19.
Da lì inizia una storia di successi che trova un primo riconoscimento internazionale nel 1932 quando la casa svizzera diventa cronometrista ufficiale dei giochi olimpici. Il bello deve ancora venire…. La vera pietra miliare viene posata in maniera del tutto involontaria nel 1957, quando Omega presenta la sua linea di orologi “Professionali” che comprende il primo Speedmaster destinato inizialmente ad appassionati di auto e piloti da corsa. “Pochi” sanno infatti che la sua lunetta tachimetrica sistemata all’esterno del quadrante è una prima mondiale.
Ci piace pensare che Bart Howard dall’ altra parte dell’oceano nel 1954 scrivendo la prima riga della canzone “In Other Words” resa poi celebre da Frank Sinatra in cui si canta … “Fly Me to the Moon” abbia preannunciato il grande successo di questo capolavoro orologiaio.
Infatti il segnatempo troverà la strada del successo proprio grazie alla National Aeronautics and Space Administration (NASA).
Passano circa 7 anni dalla presentazione del primo Speedmaster quando la NASA comincia a fare una serie di test segreti su orologi di varie marche. Si narra che la NASA stessa fece una richiesta di alcuni orologi all’agente Omega del Nord America che li fornì nel numero richiesto senza sapere esattamente per cosa gli sarebbero serviti e senza informare la sede di Biel del prezioso contatto instaurato. Gli orologi vennero segretamente testati fin quasi alla distruzione in una serie di test che vennero poi descritti come i più duri a cui siano mai stati sottoposti degli orologi (pensate che spreco!!!).
Lo speedmaster risulterà essere l’unico orologio a non aver subito guasti catastrofici e verrà dichiarato dalla NASA attrezzatura ufficialmente certificata per il suo programma spaziale.
Il 3 giugno 1965 fa la sua prima “passeggiata spaziale” al polso dell’astronauta Edward White.
Al fine di garantire un ulteriore protezione ai pulsanti e alla corona del cronografo, Omega disegna una cassa leggermente asimmetrica sul lato dei pulsanti per aumentarne la protezione. Diverrà poi questo un ulteriore segno distintivo. Da lì in poi la fama di questo segnatempo ha continuato e continua a crescere tuttora anche tra i “nuovi adulti”. La storia recente parla di una versione “Dark Side of the Moon” in ceramica nera omaggiato ai partecipanti delle missioni Apollo.
Possedere un Omega Speedmaster Professional Moonwatch significa investire in qualcosa di speciale, in uno strumento che rispecchia perfettamente il valore del tempo in sé, in termini di conoscenza, tecnologia, manifattura.
Il piacere di indossare qualcosa apprezzandone la storia, significa differenziarsi da chi ne fa un uso sommario esclusivamente connesso al fattore estetico, mai come in questo caso secondario.
Buon ascolto…
N.